La consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione consiliare Sanità, Anna Maria Bigon punta il dito contro la delibera della Giunta regionale che porta a 1800 il tetto massimo di pazienti per ogni medico, e appoggia la protesta della Fimmg, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al presidente Zaia e all’Assessore regionale alla Sanità Lanzarin.
Secondo la consigliera regionale del PD: “Non bastano i provvedimenti emergenziali per risolvere problemi che si trascinano da anni e che la pandemia ha aggravato” La Regione -esorta la Bigon – ascolti i medici di famiglia e le loro proposte, altrimenti alzare il massimale degli assistiti non solo servirà a poco, ma si rivelerà un fiasco”.
“Non è così che si garantisce il diritto alla salute a tutti i veneti – continua la vicepresidente della commissione consiliare Sanità – Se i medici di famiglia, che già scontano la carenza di personale amministrativo, devono seguire anche tutte le fasi del tracciamento legate al Covid, sono inevitabili le ripercussioni sul resto delle attività. E non si può continuare a scaricare su di loro le difficoltà del Sisp, andato in tilt a causa della mancanza di personale”.
“Deve essere rivista la continuità assistenziale nel suo complesso, con l’obiettivo di offrire un’assistenza e dei servizi adeguati e il più possibile uniformi sull’intero territorio, coinvolgendo anche le Usca – rimarca la consigliera – È un tema che doveva essere affrontato da tempo e che ora, a causa della pandemia, è diventato ancora più urgente e complicato da risolvere”.
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