Con oltre 250 interventi alla mammella eseguiti nel corso del 2021, +21% rispetto ai 210 del 2020, i numeri confermano l’efficacia del modello organizzativo introdotto nei mesi scorsi dall’ULSS 7 Pedemontana per l’attività di Senologia.
La nuova organizzazione, in linea con le più moderne linee guida internazionali, prevede la creazione di un’unica equipe integrata e maltisciplinare, della quale fanno parte oltre al chirurgo senologo, l’oncologo, il radiologo, l’anatomo-patologo, il radioterapista, il chirurgo plastico, la dietista, l’infermiera dedicata e lo psicologo.
Sul piano pratico, il modello organizzativo prevede il mantenimento di tutta l’attività ambulatoriale e diagnostica sia presso l’ospedale di Santorso, per i pazienti dell’Alto Vicentino, sia presso il San Bassiano, per i pazienti bassanesi e dell’Altopiano. In questo modo viene garantita alle pazienti una presa in carico completa e vicino a casa. Gli interventi chirurgici, invece, sono stati concentrati presso l’Unità Operativa Complessa di Santorso.
A spiegare le ragioni e i benefici di questa organizzazione è il dott. Antonio Di Caprio, Direttore Sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana: «La programmazione sanitaria prevedeva l’attivazione dell’U.O.C. di Senologia presso l’Ospedale di Santorso. Pertanto da maggio, con l’individuazione del nuovo Direttore, si è lavorato in una ottica di integrazione e collaborazione tra ospedali anche per la parte senologica. La scelta è stata di concentrare tutti gli interventi chirurgici presso l’Ospedale di Santorso attraverso una integrazione delle equipe mediche. L’U.O.C. di Senologia sta progressivamente crescendo con le diverse unità mediche assegnate, grazie alla necessaria integrazione con l’U.O.C. di Chirurgia Generale, già programmata con la prossima procedura concorsuale. È bene precisare che il percorso di pre e post ricovero per le pazienti del territorio bassanese e dell’Altopiano viene sempre garantito presso il centro senologico dell’Ospedale di Bassano. Inoltre in un ambito estremamente specialistico come quello della chirurgia senologica la casistica è un fatto determinante anche per la qualità dell’attività chirurgica e in definitiva per le possibilità di successo: più è numerosa la casistica, maggiore è l’esperienza dell’equipe; non solo, vi è la possibilità di adottare le metodiche più innovative. Il numero di sedute operatorie a favore della senologia è stato implementato dal mese di giugno scorso ed è stata attivata una ulteriore sala operatoria con il chirurgo plastico per meglio completare il percorso chirurgico. Il San Bassiano, allo stesso tempo, ha beneficiato di questa nuova organizzazione anche sotto un altro aspetto: la possibilità di liberare sedute in sala operatoria, che sono state utilizzate per incrementare l’attività chirurgica in altre specialità, contribuendo tra le altre cose al recupero delle liste di attesa che aveva dato buoni risultati prima di questa nuova ondata pandemica».
Dopo l’intervento chirurgico eseguito a Santorso, la donna viene dimessa e da quel momento viene seguita anche per i controlli post-operatori presso l’ospedale più vicino a casa, dunque a Santorso per le pazienti dell’Alto Vicentino e a Bassano del Grappa per le donne dell’area pedemontana. Allo stesso tempo però viene garantita la continuità della presa in carico, in quanto l’equipe è unica, tanto è vero che il dott. Enrico Di Marzio, il direttore l’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Senologica dell’ospedale di Santorso, svolge regolarmente tutte le settimane l’attività ambulatoriale anche al San Bassiano. Complessivamente le visite senologiche eseguite nei due ospedali sono state circa 1.000.
Proprio il dott. Di Marzio sottolinea la forte integrazione dell’equipe responsabile dell’attività senologica: «Ogni settimana teniamo delle riunioni in cui insieme esaminiamo i casi e definiamo come procedere. E la presa in carico non riguarda solo la paziente: una grande attenzione c’è anche per il suo contesto familiare, perché la malattia ha ricadute importanti su tutta la famiglia e cerchiamo di essere di supporto anche su questo fronte. Molto importante è poi il ruolo delle associazioni di volontariato, che anche nel nostro territorio sono molto attive e con le quali vi è una stretta collaborazione: il loro contributo è molto importante sia sul piano pratico, per l’assistenza che forniscono alle donne in terapia sotto molti aspetti, sia su quello psicologico».
Questo modello organizzativo, prima di essere introdotto, era stato illustrato ai Sindaci e anche alle Associazioni dei Malati e di Volontariato attive in ambito oncologico, trovando pieno supporto e condivisione dell’obiettivo alla base, che è sempre e comunque il bene dei pazienti.
C. stampa
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