Nella Piana di Marcesina, situata all’estremità nord-orientale dell’Altopiano, sono presenti due torbiere conosciute con i nomi di “Palù di San Lorenzo” e “Palù di Sotto“. Si tratta di due aree che possiedono un elevato valore naturalistico poiché ospitano alcuni importanti habitat e specie.
Queste aree si sono formate per il tipo di clima presente, insieme alla situazione geologica ed idrogeologica del luogo, oltre che per l’esistenza di residui morenici che hanno creato piccoli bacini lacustri. Per lo sviluppo di una torbiera è infatti indispensabile la continua presenza dell’acqua e di basse temperature.
La torbiera Palù di San Lorenzo è situata al margine nord occidentale della Piana, alla quota di 1371 m, ha una forma quasi rettangolare e una superficie di circa 72000 mq. Al margine orientale della Piana si trova invece la torbiera Palù di Sotto, che consiste in una lieve depressione di forma ovale alla quota di 1334 m e con una superficie di circa 32000 mq. Le due zone distano circa 2 km l’una dall’altra.
La piana che ospita il Palù di San Lorenzo è circondata da rilievi non troppo alti, in cui sono diffuse peccete piantumate e pascoli da allevamento. La torbiera scende da sud-ovest verso nord-ovest, con un dislivello superiore ai 3 m, ed è attraversata da una canaletta principale di drenaggio che scorre nello stesso senso. Questa torbiera presenta una grande diversità floristica derivante dall’elevato contenuto di nutrienti delle acque che l’attraversano. Esse permettono lo sviluppo di molte specie di piante palustri, soprattutto graminacee e ciperacee, dalla cui decomposizione deriva la torba.
La torbiera Palù di Sotto è più piccola della precedente ed è situata in una depressione di forma ovale. Al margine nord della torbiera è situato un pozzo dell’acquedotto di Enego, che prende l’acqua da una sorgente situata poco più a monte.
In entrambi i casi, si tratta di rari ambienti aperti in un paesaggio dominato dalla foresta, partendo dalla pianura fino al piano montano. Esse ospitano non solo singole specie endemiche o minacciate di estinzione, ma anche tipologie di vegetazione rare perché risultano al limite inferiore della loro distribuzione.
In particolare, si sono diffuse alcune piante carnivore come la Pinicula vulgaris e la Drosera Rutundifoglia. Sono presenti anche specie rarissime come la Andromeda polifonia (detta anche rosmarino di palude), a fortissimo rischio d’estinzione, Sfagni, il Mirtillo falso e il Carice della fanghiglia. Inoltre, si possono trovare i tricoforeti, che in primavera ricoprono le torbiere di fiori bianchi, mentre d’autunno assumono una colorazione rossastra.
Per quanto riguarda la fauna che popola le torbiere (tipica anche del piano montano) troviamo la Rana rossa, l’Ululone dal ventre giallo e l’Orbettino al Marasso. I mammiferi presenti sono il Capriolo, il Cervo, la Volpe, il Tasso, la Faina, la Martora e l’Ermellino. La torbiera è anche punto di sosta per uccelli come il Beccaccino, la Pavoncella, il Picchio nero, la Civetta Capogrosso, l’Astore, l’Averla piccola, lo Stiaccino, il Merlo dal collare e la Bigiarella.
Il valore di questi due ambienti di torbiera non risiede soltanto nella quantità e biodiversità di flora e fauna, ma anche nell’adattamento altamente specializzato delle stesse all’ambiente.
L’area è raggiungibile sia percorrendo l’autostrada Valdastico (uscita Piovene Rocchette) sia percorrendo la strada statale Valsugana. L’accesso principale è da Enego seguendo le indicazioni prima per Vel Maron poi per l’Albergo Marcesina. Si può raggiungere anche salendo dalla Località Lazzeretti di Foza, sulla strada che collega Enego ad Asiago, oppure dalla strada bianca che da Campomulo, in comune di Gallio, raggiunge il Monte Ortigara, prendendo la strada verso Malga Buson – Marcesina al bivio in località Malga Mandrielle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline