Venezia, riunito il tavolo regionale per la gestione del lupo

Lupo

Si è svolto ieri nel palazzo della Regione a Venezia il primo incontro della nuova legislatura del Tavolo regionale di partecipazione e informazione per la gestione del lupo e dei grandi carnivori istituito nel 2017. Con l’occasione, sono stati presentati i dati sulla presenza e gli impatti dei grandi carnivori, in particolare del lupo, in Veneto negli ultimi tre anni e i risultati della ricerca condotta dall’Università di Sassari nell’ambito del progetto di gestione proattiva del lupo mediante telemetria satellitare.

Il tema dei grandi carnivori e del lupo in particolare è tra quelli che impegnano fortemente l’amministrazione pubblica, sia sul piano politico che amministrativo – ha spiegato l’assessore regionale alla caccia, Cristiano CorazzariIn Veneto abbiamo assistito a una rapida evoluzione distributiva della specie che porta con sé sfide gestionali importanti, dalla protezione del bestiame al pascolo e la salvaguardia delle attività economiche tradizionali, alla gestione di esemplari confidenti, che sempre più spesso vengono avvistati in prossimità di insediamenti abitativi. Sono sfide che richiedono aggiornamenti normativi, impegno economico e risorse umane qualificate.
L’attività del Tavolo tende anche a sopperire a quelle che Corazzari definisce un impasse normativo su importanti iniziative a livello nazionale, come l’approvazione del nuovo piano di gestione del lupo e dello schema di aiuti di stato per l’indennizzo dei danni: “Nei limiti delle proprie competenze, la Regione del veneto ha messo in campo diverse azioni. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo sostenuto investimenti economici e iniziative gestionali, ordinarie e sperimentali. Le risorse messe in campo sono state notevoli, non solo finanziarie, ma anche umane con un impegno di forte coordinamento con gli enti e i soggetti istituzionali impegnati nelle attività di monitoraggio e di gestione dei predatori sul territorio regionale“.

I dati

Dal primo insediamento del lupo in Veneto nel 2012, i dati parlano di 290 eventi predatori registrati nel 2020 e 813 capi uccisi (di cui 478 ovini-caprini, 118 bovini, 55 asini), a fronte dei quali sono stati erogati oltre 290 mila euro di contributi a titolo di indennizzo. Nei primi sette mesi del 2021 invece i dati sembrano mostrare una diminuzione in termini generali degli eventi predatori, sebbene ad oggi siano già stati erogati e liquidati più di 200 mila euro a titolo di indennizzo.

L’indagine condotta dimostra che sono soprattutto i territori di più recente insediamento di nuovi branchi a scontare il maggiore impatto in termini di predazioni sui domestici, mentre nei territori di presenza consolidata i danni sono stabili o in diminuzione anche per effetto della messa in atto delle misure di prevenzione.

Lo studio di ricerca applicata

Il Tavolo è stato l’occasione per presentare in anteprima i risultati dell’innovativo studio di ricerca applicata dell’Università di Sassari con il sostegno della Regione del Veneto, il progetto di telemetria proattiva. Obiettivo dell’indagine è testare sul campo sistemi di prevenzione sperimenti mai usati prima in Europa e acquisire dati sull’ecologia del lupo attraverso la telemetria satellitare.

Nell’ambito del progetto, tra il 2019 e il 2021 sono stati catturati 6 esemplari di lupo e a 5 di loro è stato messo un collare Gps in grado di comunicare la posizione, i cosiddetti fix, e interagire con dei sensori posizionati in aziende zootecniche. I sensori, insieme alle virtual fences, recinzioni virtuali disegnate attorno a malghe e pascoli, hanno permesso di segnalare in automatico attraverso un Sms l’avvicinamento del lupo e attivare un sistema di allerta con luci e suoni.
I risultati di questo studio indicano che, nel caso dei sensori di prossimità, nell’89% dei casi a seguito dell’avvicinamento all’azienda il predatore ha desistito dall’attaccare, mentre per le virtual fences il dato è dell’82%.

La Regione Veneto, di concerto con il gruppo di lavoro dell’Università, ha inviato al MITE e ad ISPRA una documentata richiesta di intervento di dissuasione mediante l’uso di proiettili di gomma, interventi finora mai attuati in Italia. Una volta ottenuta l’autorizzazione, a seguito del parere favorevole dell’ISPRA, e istituito il gruppo di intervento costituito da personale già formato delle polizie provinciali di Belluno e di Vicenza, il 19 agosto è stato effettuato con successo, da parte di agenti della Polizia provinciale di Vicenza, il primo intervento di dissuasione nei confronti del lupo alpha del branco, dotato di radiocollare.

Grazie agli oltre 27.212 fix di posizione trasmessi dai collari dei lupi e alla disponibilità del mondo venatorio, nell’ambito del progetto è stato inoltre possibile approfondire le conoscenze sull’impatto del lupo sugli ungulati selvatici – ben 273 le carcasse di prede individuate ed analizzate – evidenziando significative differenze tra i vari lupi in termini di dieta, capacità predatorie, selezione delle prede e utilizzo del territorio.

Si tratta di dati mai raccolti in precedenza sulle Alpi che forniscono un quadro realistico dell’impatto oggettivo del lupo su selvatici e domestici, fondamentale per impostare delle politiche gestionali basate su dati scientifici e non su posizioni ideologiche precostituite.
Il progetto si concluderà con alcuni interventi di formazione rivolti agli agenti delle polizie provinciali e ad altri operatori istituzionali, finalizzati a fornire le conoscenze sui metodi di cattura di lupi o eventuali ibridi con il cane.

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