Auguri, Mario Rigoni Stern: avrebbe compiuto 100 anni oggi

Mario Rigoni Stern

Guardo in su dalla finestra del mio ufficio. Questa mattina la Montagna dal bel nome non si vede. Insieme al Monte Erio, anche il Verena è abbracciato da una spessa coltre di nuvole grigie e non posso far altro che pensare che sia un segno del destino. È tutta una serie di coincidenze, quella che si palesa stamattina agli occhi di chi la sa interpretare. Nel primo giorno di novembre, tradizionalmente dedicato alla celebrazione di tutti i Santi, cento anni fa nasceva ad Asiago Mario Rigoni, l’uomo che nei decenni con il suo soprannome Stern (cioè stella) si è trasformato un po’ nel padre simbolo dell’Altopiano e di tutti i suoi abitanti; un simbolo di saggezza e ricordo, di rispetto e conoscenza. Queste soffici nuvole possono essere solo la sua grande mano che si posa dolcemente sui monti dei sette comuni con una carezza paterna, quasi a voler ringraziare per le celebrazioni che gli sono state dedicate negli scorsi giorni.

La sua casa, quella che si è costruito con le sue mani, vicina a quelle degli amici Ermanno Olmi e Tullio Kezich, quella dove ha voluto trascorrere la sua vita fino all’ultimo giorno, è ancora oggi quasi un luogo di culto a distanza di tredici anni dalla scomparsa della sua imponente figura che accoglieva i passanti in Val Giardini. Tredici anni nei quali la comunità ha sentito la sua mancanza in maniera intensa, commovente.

Mario Rigoni Stern non smette di insegnarci qualcosa anche da lassù, anche quando qui sulla Terra tendiamo a dimenticare i valori fondamentali dell’esistenza: “In Russia, nella neve, ho capito che al mondo siamo tutti paesani. Che le vada in mona le piccole patrie!

Questa sera, che piova o sia sereno, una stella brillerà nel cielo dell’Altopiano.
Buon compleanno, Sergente Stern.

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