Oggi pomeriggio nei giardini di Piazza Carli ad Asiago si è svolta la cerimonia di premiazione della 39ª edizione del Concorso Internazionale di Sculture in legno di Asiago, dedicata quest’anno al centenario dalla nascita di Mario Rigoni Stern.
Quattordici gli scultori partecipanti che in una settimana hanno dato forma alle loro opere sotto gli occhi attenti e incuriositi di turisti e residenti.
A vincere a sorpresa il premio della giuria è stata l’artista di origine spagnola Inma Garcia Arribas di Denno (TN) con l’opera “Arma Bianca“; la scultrice, inizialmente non inserita nella lista ufficiale dei partecipanti, era stata convocata al simposio dagli organizzatori solo tre giorni prima dell’inizio del concorso, in sostituzione di un altro artista impossibilitato a partecipare.
Visibilmente emozionata e felice per la vittoria, Garcia Arribas si dice “molto contenta ma anche imbarazzata e quasi in “colpa” per l’inaspettata vittoria, visto il parterre di bravissimi scultori in gara“. L’artista italo-spagnola, nonostante non conoscesse Mario Rigoni Stern, ha deciso di partecipare al concorso traendo ispirazione per la sua opera dalle conversazioni avute con il marito – grande lettore e conoscitore del noto scrittore asiaghese – e con il bibliotecario dl Denno, “molto entusiasta di Mario Rigoni Stern“.
“Arma Bianca – spiega Garcia Arribas – raffigura la penna di Stern, che ha iniziato il suo percorso da scrittore dopo la tragica esperienza della guerra, rappresentata nella scultura dal filo spinato.”
Un commento sulla scultura vincitrice arriva anche dall’Assessore al turismo Nicola Lobbia, presente alla premiazione in rappresentanza dell’amministrazione comunale: “L’opera dell’artista rappresenta la sintesi perfetta della consapevolezza acquisita da Mario Rigoni Stern dopo la drammatica esperienza della guerra. L’elaborazione del dolore attraverso la scrittura, coltivata a stretto contatto con la natura, i boschi e le montagne. Un percorso introspettivo utile a comprendere e far comprendere l’inutilità della guerra. La penna dritta sul cappello, emblema del corpo degli Alpini – conclude Lobbia – trasfigura nell’arma più potente la penna dello scrittore, in grado di tradurre emozioni e pensieri per lasciare testimonianza utile a guidare l’essere umano verso la pace, celebrando la bellezza del creato”.
A vincere invece il premio del pubblico, intitolato al compianto Joe Dalle Ave, con 78 preferenze è stato l’artista asiaghese Manuel Rossi che, con la sua spettacolare opera “Vento di ritorno” in legno di cirmolo a forma di valigia, ha scelto come fonte di ispirazione il romanzo di Stern “Storia di Tönle” e il profugato, capitolo particolarmente doloroso della storia dell’altopiano, per raccontare la voglia degli altopianesi profughi di rivalsa e di tornare a casa. Rossi, che definisce l’opera “frutto di 15 anni di esperienza e una settimana di lavoro”, è felicissimo di questa vittoria che dedica al padre “mio primo sostenitore e al mio paesano mancato troppo presto, Mattia Brugnerotto”.
Si è classificato infine al secondo posto come opera più votata dal pubblico Fabrizio Muraro, di Canove, per la sua opera “Ricordi Lontani”.
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