Lobbia: “Nessuna sentenza determina incompatibilità delle De.co con le D.O.P”

Qualche giorno fa è stato dato fuoco alle polveri che da tempo attendevano pazientemente. Il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha infatti impugnato di fronte al Tar del Veneto la delibera con la quale nel maggio scorso l’amministrazione comunale aveva istituito l’Asiago De.Co e il relativo regolamento, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare le attività agroalimentari e artigianali tradizionali locali.

I fatti

A provocare questa azione dell’Ente di tutela dell’Asiago Dop è stata la presenza, tra i prodotti tipici locali elencati nel regolamento, di “quelli agroalimentari derivanti da attività agricola o zootecnica o dalla lavorazione e trasformazione degli stessi“. “Le De.co. creano confusione e, quando si sovrappongono alle denominazioni d’origine protetta, l’intervento è un atto dovuto – spiega il ConsorzioLa delibera impugnata non esclude i latticini e il Consorzio tutela agisce su incarico del ministero delle politiche agricole con funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione del consumatore e di cura generale degli interessi relativi alla Dop Asiago.

Non è comunque una posizione irremovibile quella del Consorzio tutela che tramite il suo direttore, Flavio Innocenzi, in un’intervista pubblicata su Insiderdairy.com, ha fatto sapere che “se il Comune sceglie qualsiasi altra modalità che non sia la De.Co, siamo prontissimi ad annullare o revocare il nostro ricorso“. L’Ente ha infatti più volte riconosciuto il diritto vantato dall’amministrazione comunale alla valorizzazione delle eccellenze e delle produzioni locali come importante strumento di marketing territoriale, ma non tollera l’inevitabile sovrapposizione con le denominazioni comunitarie. “È dal 2013 che ci battiamo contro le De.Co, uno strumento che crea disgregazione e non porta da nessuna parte“, spiega Innocenzi, che rivendica da parte del Consorzio e della Dop l’azione di aver portato a conoscenza del mondo intero il nome Asiago e l’immagine del territorio da oltre quarant’anni con azioni di promozione e di snellimento dei protocolli per salvaguardare la produzione del formaggio sull’altopiano.

Sono ancora aperti per ora i canali per una mediazione tra il Comune e il Consorzio, che da parte sua preferirebbe evitare lo scontro in tribunale e trovare insieme una via condivisa, anche stanziando risorse espressamente dedicate all’avvio di una nuova attività di marketing territoriale per la valorizzazione congiunta delle eccellenze locali.

La replica dell’Assessore Lobbia a Innocenzi

Resta fermo sulle proprie posizioni invece l’assessore al turismo, al commercio e alla protezione e valorizzazione del marchio Asiago, Nicola Lobbia, che assicura: “Non c’è alcuna sentenza che determini l’incompatibilità delle De.Co con le Dop che escludono la categoria di prodotti tutelati dalle Dop. Il direttore Innocenzi è stato più volte rassicurato che il disciplinare che verrà prodotto conterrà in forma esaustiva l’elenco dei prodotti escludendo categoricamente il latte e i derivati, quindi anche il formaggio. Pertanto risulta inutile questa loro presa di posizione. Se il direttore Innocenzi vuole contrastare l’istituto delle De.Co – prosegue – ha sbagliato ad impegnare il suo Consorzio in una battaglia legale contro la nostra Amministrazione“.

Lobbia capovolge anche la visione di Innocenzi in merito alla promozione del formaggio Asiago e di tutto il contorno territoriale: “Per quanto riguarda l’approccio promozionale del formaggio Asiago nel mondo, credo sia opportuno sottolineare alcuni aspetti. Da molti anni condividiamo con loro la nostra denominazione a titolo gratuito. Il Consorzio Tutela e il formaggio Asiago hanno beneficiato dell’immagine e dell’integrità naturale ecosostenibile del territorio di Asiago preservato nel corso dei secoli grazie alla gestione attenta e capace della nostra collettività. Questa immagine è stata monetizzata dal Consorzio a diretto vantaggio del loro prodotto, il formaggio, che come sappiamo viene realizzato solo in minima parte ad Asiago“.

Una posizione netta, quella dell’assessore Lobbia, che sottolinea come il nome Asiago appartenga alla gente del territorio e l’istituto delle Dop non rappresenti un diritto di auto attribuzione d’utilizzo esclusivo. “L’impegno di Asiago nella valorizzazione anche del loro prodotto non è mai mancato: prova ne sono le centinaia di servizi e spot televisivi che sono stati realizzati con i soldi dei cittadini asiaghesi, senza considerare gli investimenti per realizzare manifestazioni culturali e gastronomiche create, sviluppate, sostenute appositamente per valorizzare il formaggio Asiago Dop”, puntualizza.

La controversia si inserisce oltretutto in un contesto delicato per il paese, che si appresta a vivere una delle manifestazioni annuali più attese e visitate da migliaia di turisti: “Ci dispiace che proprio in occasione di Made in Malga e ancor più della nostra iniziativa di candidare le Malghe come Patrimonio Mondiale dell’Unesco ci venga riservata come riconoscenza questa citazione in giudizio. Di certo, – accusa l’assessore al turismo di Asiago – questo non rappresenta in alcun modo una buona pubblicità né per Asiago né per il Formaggio Asiago Dop. L’auspicabile ritiro dell’impugnazione di questa delibera davanti al Tar rappresenterebbe invece un segno concreto di riconoscenza verso la nostra collettività“.

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