L’Ulss 7, in applicazione del nuovo piano di sanità pubblica della Regione Veneto, da questa settimana ha chiuso la possibilità di accedere gratuitamente ai punti tampone. Avranno così priorità, spiega l’azienda, gli utenti che ne hanno bisogno per motivi sanitari e sarà possibile razionalizzare l’utilizzo del personale sanitario.
Rimangono gratuiti i tamponi per i bambini al di sotto dei 12 anni, per gli utenti in possesso di una certificazione medica rilasciata dall’azienda sociosanitaria che escluda la possibilità di vaccinazione, per coloro i quali siano stati sottoposti ad accertamenti clinici, previa impegnativa, per un possibile contatto con soggetti positivi, come portatori di sintomi sospetti, in previsione di ricoveri programmati o per accedere al pronto soccorso, così come per i visitatori delle strutture residenziali per anziani, previa prenotazione della visita. Nessun ticket anche per i programmi di screening rivolti agli operatori sanitari, per gli operatori di strutture per disabili, così come per i loto familiari e caregiver, e per gli operatori dei servizi ricreativi o educativi per minori.
Il tampone è ora a pagamento invece per chi deve effettuare un viaggio verso l’estero o rientra da paesi esteri e per ogni altra esigenza personale, incluso l’accesso ai servizi per i quali è richiesto il Green Pass e i test richiesti per esigenze lavorative.
Il costo applicato è il medesimo previsto dall’accordo nazionale tra il Ministero della salute e le farmacie: 8 euro per gli utenti tra i 12 e i 17 anni, 15 euro per gli over 18.
Il pagamento del ticket può avvenire tramite PagoPA e le casse del Cup, tramite l’apposito certificato che viene rilasciato presso il punto tampone.
“Queste nuove misure sanano un abuso che si era venuto a creare – sottolinea il Direttore Generale Carlo Bramezza –. L’offerta del tampone gratuito era nata per esigenze di screening della popolazione, non per consentire di andare al ristorante senza vaccinarsi. Per un ritorno ad una vita normale la soluzione non può essere il tampone ogni 48 ore: la soluzione è il vaccino, che è una difesa efficace e a lungo termine. È il vaccino che proponiamo e incentiviamo come sistema sanitario. Chi ostina a non capirlo per legge può fare un tampone ogni 48 ore, ma non a spese del sistema sanitario e non tenendo impegnate risorse di personale che abbiamo il dovere di destinare ad attività con una reale valenza sanitaria”.
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