Da ieri, 15 giugno 2021, la Regione del Veneto ha assunto la gestione del Numero Verde Nazionale in aiuto alle vittime di tratta e grave sfruttamento (800290290). Un servizio, istituito ancora nel 2000 dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, basato su un call center di ascolto e sostegno, in appoggio ai progetti territoriali dello stesso Dipartimento che si occupano di fare emergere il fenomeno e assicurare assistenza e inclusione sociale alle vittime. Servizio multilingue, accessibile 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, gratuito e con garanzia di anonimato per la persona, è stato gestito dal 2011 fino a ieri – unico riferimento nazionale – dal Comune di Venezia che già dal 2000 se ne era occupato come postazione periferica e dal 2007 come postazione di coordinamento centrale.
“Come Regione del Veneto – sottolinea l’assessore alla Sanità e ai Servizi Sociali, Manuela Lanzarin – subentriamo in piena continuità operativa e con la consapevolezza di assumere un servizio che, in un settore di intervento così delicato, in questi anni ha dato grandi prove del suo valore e della sua utilità grazie ad operatori formati nell’ambito delle politiche internazionali, dei diritti umani, delle azioni sociali, della comunicazione, dell’informatica e della mediazione linguistica e culturale. Il contrasto ai fenomeni di grave sfruttamento degli esseri umani rappresenta un obiettivo strategico regionale. Da anni sosteniamo il progetto N.A.Ve – Network Antitratta del Veneto ed è proprio l’importanza assunta da questo progetto che ha fatto emergere l’opportunità di candidare la Regione al nuovo bando emanato dal DPO. La collaborazione con il Comune di Venezia è stata essenziale e per questo ringrazio l’Amministrazione e gli operatori, sapendo che vi sarà modo di lavorare assieme seppure con ruoli diversi”.
Il Numero Verde Nazionale Antitratta riceve mediamente 3.000 telefonate all’anno (molte richieste d’aiuto sono indirizzate direttamente ai progetti territoriali) e gestisce circa 150 messe in rete all’anno (passaggi delle vittime tra un progetto e l’altro per motivi di sicurezza o di posti disponibili). I progetti anti tratta italiani contattano mediamente tra le 20 e le 30 mila persone all’anno nelle attività di strada e di contatto con le popolazioni a rischio, valutano ogni anno 3.000-4.000 potenziali vittime e, nello stesso periodo, prendono in carico, in strutture dedicate, circa 1.000 vittime. I percorsi di inclusione sociale dei beneficiari dei progetti di protezione durano, per legge, un massimo di 18 mesi. In questo momento sono in carico circa 1.300 persone.
Lo staff del numero verde, inoltre, assicura ulteriori importanti attività per conto del Dipartimento Pari Opportunità come la gestione della Banca Dati delle vittime e potenziali vittime, in grado di fornire dati ufficiali (Istat, Eurostat), fondamentali per le analisi e la ricerca sul fenomeno. Si impegna a rafforzare la rete dei progetti italiani con momenti di confronto, formazione e scambio di esperienze operative, avvalendosi della collaborazione metodologica del Centro di Ateneo dei Diritti Umani “A. Papisca” dell’Università di Padova. Coordina, inoltre, il lavoro di strada sul territorio e svolge una incessante attività di comunicazione on line, sui social ed eventi mirati a cominciare dal 18 ottobre, Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani.
“L’accordo tra la Regione e il Dipartimento Pari Opportunità prevede, intanto, la durata di un anno – aggiunge l’assessore Lanzarin -. L’impegno che ci attende è una grande responsabilità, che siamo certi di affrontare con tutto il bagaglio di esperienza e professionalità nel campo sociale che è un fiore all’occhiello del Veneto. Abbiamo già delineato alcune azioni principali che intendiamo sviluppare e rendere operative nel corso di questo primo anno, a cominciare dalla creazione di un Osservatorio nazionale sui fenomeni della tratta e del grave sfruttamento che coinvolga tutti i 21 progetto territoriali esistenti in Italia, l’Università di Padova e il Centro Studi Medi di Genova; un lavoro che ha lo scopo di anticipare i fenomeni e costruire così interventi mirati”.
Il Numero Verde anti tratta ha anche in programma lo sviluppo di una fitta campagna multimediale di comunicazione e di sensibilizzazione al fine di far crescere le conoscenze e la comprensione sui fenomeni che riguardano in modo trasversale la nostra società oltre che a favorire la conoscenza e il corretto utilizzo del servizio.
“Il Veneto si assume la gestione di un servizio nazionale – conclude Lanzarin – ma la tratta e lo sfruttamento degli esseri umani sono una piaga transnazionale che coinvolge tutti i Paesi dell’Unione Europea. Tra gli obbiettivi c’è anche quello che il Numero Verde implementi la rete dei soggetti Europei coinvolti nell’assistenza alle vittime. La vocazione internazionale del Veneto, infatti, può favorire la più ampia condivisione di conoscenze reciproche al fine di delineare buone prassi operative per la gestione di quei casi che interessano più paesi dell’Unione”.
C. stampa Regione Veneto
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