Questa mattina l’amministrazione comunale di Asiago ha presentato il progetto che interesserà il parco cittadino Brigata Regina, meglio noto come parco Millepini.
Dopo Vaia, infatti, si era reso necessario mettere mano alla vegetazione storica per questioni di pubblica sicurezza: molte piante, per la maggior parte abeti rossi, erano state sradicate o spezzate dal vento sia durante il ciclone che nelle successive giornate di forte vento, anche a causa della modalità di impianto scelta in epoca storica che aveva portato il parco all’assunzione di caratteristiche boschive, con chiome filate e concresciute, spesso asimmetriche. Gli schianti provocati dal vento hanno fatto sì che anche gli alberi rimasti in piedi fossero a rischio, isolati e sbilanciati in assenza degli individui vicini. “È stato un periodo drammatico quello dopo Vaia, ma avevamo già riscontrato le stesse problematiche ancora prima nei parchi pubblici con alcune piante pericolose e il parco giochi da ammodernare e mettere in sicurezza”, ha spiegato il sindaco Roberto Rigoni Stern.
Dopo aver fatto valutare la stabilità di tutte le piante presenti nel parco, l’amministrazione ha provveduto a far abbattere gli esemplari pericolosi, mantenendo invece quelli che potevano essere preservati, sottoponendoli ad un costante monitoraggio. Ora, con l’investimento di 80mila euro messo a bilancio per il parco, verranno innanzitutto fresate le ceppaie di risulta dagli abbattimenti, con il conseguente ripristino e livellamento del terreno.
Vaia ha insegnato senza dubbio che la resilienza di un bosco è determinata soprattutto dalla sua biodiversità e per questo motivo il Comune ha scelto di innovare il volto del parco, introducendo nuove specie arboree.
In particolare, il progetto seguito da Chiara Stefani, delegata al verde pubblico per il Comune di Asiago, prevede tre aree di intervento all’interno delle quali verranno creati tre tipi di arboreto con specie autoctone ed esotiche di areale di montagna. La prima area, il triangolo tra il monumento alla Brigata Regina, i due viali storici e l’ex ferrovia, si ispirerà all’arboreto salvatico di Mario Rigoni Stern, descritto nel suo omonimo libro e da lui coltivato nel brolo attorno alla casa di Val Giardini, che tra le specie narrate annovera larice, abete, frassino, tasso, faggio, tiglio, betulla, sorbo, ma anche castagno, quercia, salice di montagna, noce, pioppo, melo selvatico, acero e ciliegio. Un omaggio allo scrittore, del quale si celebra quest’anno il centenario dalla nascita, oltre al centenario dalla nascita proprio del parco Brigata Regina.
La seconda area riguarderà il cono visuale tra l’ex stazione ferroviaria e il monumento alla Brigata Regina con il viale centrale che verrà incorniciato da file di abete glauco, con aghi bianchi argentati, simbolicamente in onore della Brigata Regina, la cui divisa era contrassegnata dalle mostrine bianche.
La terza area, compresa tra lo stadio del ghiaccio e l’area retrostante il monumento e il palazzo del turismo, principale destinata al gioco, sarà abbellita da un arboreto montano esotico che contribuisca ad aumentare la biodiversità del parco migliorando l’equilibrio del sistema vegetale e l’attrattiva per l’avifauna, oltre ad incuriosire gli avventori anche dal punto di vista didattico vista la varietà di specie piantumate. Verranno infatti messi a dimora abete del Colorado, abete argenteo, abete di Corea, abete dell’Himalaya, Frassino bianco, pero da fiore cinese, ippocastano rosa, acero riccio, acero rosso, larice giapponese e molte altre specie.
”La logica della piantumazione seguirà i principi della luminosità, secondo lo stile del parco inglese, con gruppetti di alberi e individui solitari – ha spiegato Chiara Stefani, che ha raccontato un po’ di storia del parco – Dovrebbe venire un bel parco, vario. Dobbiamo restituirgli una struttura, anche dal punto di vista paesaggistico, botanico e didattico.” All’interno del parco verranno infatti installate delle tabelle botaniche per coinvolgere famiglie, bambini e i turisti di tutte le età che frequentano la zona.
Per quanto riguarda i tempi di crescita, verranno piantumate latifoglie già di tre o quattro metri e conifere di circa tre metri, più piccole per un migliore attecchimento. La realizzazione avverrà presumibilmente entro l’anno, salvo i tempi tecnici dovuti alla burocrazia e alla problematica nel reperimento delle specie esotiche nel vivai.
Questo per quanto riguarda il primo stralcio delle opere ‘aperte’. Riguardo al secondo stralcio che prevede il progetto dell’associazione Renzo Rosso, invece, le strutture verranno valutate anche in base alle tempistiche perché antecedenti allo studio fatto sulle piante.
L’assessore ai lavori pubblici Franco Sella ha ribadito: “Negli scorsi mesi molte persone si sono lamentate per il taglio degli alberi. Il problema è che gli alberi diventano pericolosi e, come per i giardini privati e altre zone del centro, devono essere mantenuti e, se necessario, tagliati in base al normale ciclo di vita delle piante, per poi essere sostituiti per l’incolumità di tutti”.
I ringraziamenti sono andati anche alle associazioni, ai privati e a “Tutti per Vaia” per le donazioni versate sul conto corrente dedicato.
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