Si è tenuta questa mattina nella sala dell’Unione Montana la conferenza stampa relativa alla conferma della modifica della legge regionale che consentirà alle unioni montane di disporre in maniera più autonoma dei fondi derivanti dalla vendita dei permessi per la raccolta funghi. Fino ad oggi, infatti, quei fondi erano vincolati dalla Regione, che imponeva l’utilizzo del solo 30% per la spesa corrente mentre il 70% doveva essere impiegato per il patrimonio naturale con interventi riguardanti boschi, pascoli e strade silvopastorali.
I fondi derivanti dai permessi per andare a funghi si attestano attorno ai 200mila euro circa annui, con un’oscillazione in positivo o in negativo di cinquantamila euro; fondi che, una volta svincolati grazie alla modifica della legge regionale, garantiranno all’Unione Montana la possibilità di riequilibrare gli investimenti in base alle necessità. “È molto importante questa variazione della legge sui funghi che ha penalizzato la gestione dell’Unione Montana negli ultimi anni – commenta Diego Rigoni – Con i lavori in delega l’Unione gestisce la manutenzione di strade, boschi e molto altro, ma per fare questo serve personale. L’anno scorso i Comuni hanno finanziato con ulteriori 80mila euro rispetto al solito l’Unione Montana per la gestione. Con la modifica della legge aumenta anche l’autonomia nella gestione dei fondi per l’ambiente. Fondamentale resta consolidare la rete tra amministratori comunali, delle unioni montane, della regione e così via.”
Questo incremento di disponibilità economica svincolata non comporterà comunque una decurtazione dei contributi regionali destinati alla comunità Montana, ha assicurato il vicepresidente del Consiglio regionale, Nicola Finco, che anzi ha espresso piena disponibilità a collaborare al di là delle competizioni politiche e la previsione di nuovi fondi, anche in vista della richiesta di competenze aggiuntive per l’Unione Montana annunciata da Bruno Oro. “Mi auguro che con la nuova gestione ci sia un dialogo diverso rispetto a quello avuto finora con chi vive meglio sui media e nelle piazze“, è il commento sibillino del consigliere Finco come preambolo all’illustrazione dei vari progetti che coinvolgeranno da qui in avanti anche l’Unione Montana dei sette comuni, tra i quali un monitoraggio dell’andamento degli enti del Veneto. “La montagna veneta deve essere considerata un tutt’uno“, spiega Finco, che auspica un rinnovamento della visione comune per quanto riguarda le destinazioni montane venete.
In occasione dell’incontro, il vicepresidente dell’Unione Montana ha fatto il punto della situazione dell’ente che sta attualmente traghettando dalle dimissioni di Munari all’elezione del nuovo presidente, che dovrebbe avvenire entro il 5 giugno. Già venerdì sera si terrà una seduta del Consiglio per l’approvazione del bilancio, mentre Bruno Oro ha spiegato che la nomina del nuovo presidente è stata rimandata in attesa della conferenza dei sindaci che si svolgerà sempre domani, subito prima del consiglio.
Nel ringraziare l’ex presidente Emanuele Munari per il lavoro svolto e l’impegno profuso per l’Unione Montana e il personale amministrativo, Rigoni ha però annunciato un cambio di rotta nella gestione dell’ente che avrà luogo con la collaborazione tra tutti i comuni.
In particolare, sembra risolto per ora il problema relativo alla carenza di personale che nelle ultime settimane aveva destato preoccupazione anche tra i sindacati per l’impossibilità di provvedere all’assunzione di lavoratori stagionali e quindi di procedere con l’esecuzione dei lavori in delega. Dopo le dimissioni di Munari, un cambio di rotta evidente c’è stato anche da parte del comune di Roana che nell’ultima conferenza dei sindaci aveva dichiarato di non essere disponibile a sottoscrivere convenzioni per il prestito di personale, mentre oggi si trova a fornire all’Unione Montana una propria dipendente in via temporanea. “Nessun personalismo“, assicura Diego Rigoni, che parla invece di un diverso tipo di mediazione condotto in un momento di difficoltà dell’ente.
Grazie all’individuazione del personale necessario, è stato possibile procedere all’assunzione di dieci operai stagionali, ai quali se ne aggiungeranno altri a breve. “In pochi giorni siamo riusciti a ricostituire l’assetto interno dell’ente. Ad oggi, la luce nella sede dell’Unione Montana è accesa“, conclude il vicepresidente Rigoni.
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