Altopianesi in trasferta alla Biennale di Venezia

Pioggia di ossidiane, Biennale di Venezia

Per la terza volta, la ditta di Gallio HOLZSNC di Luca Sambugaro e Eros Lazzaretti gioca un ruolo da protagonista alla prestigiosa Biennale di Venezia. Le prime due esperienze erano state nel 2016 con la Makoko School, quando l’architetto nigeriano NLE vinse il Leone d’argento, e nel 2019 con l’allestimento del padiglione Lussemburgo all’Arsenale, dove l’artista Marco Godiho espose la sua opera composta di libri messi in ammollo nelle acque di Venezia volendo significare la mutevolezza delle impressioni umane. Quest’anno, la ditta dell’altopiano partecipa alla 17ª Biennale di Architettura con il completo montaggio dell’opera Pioggia di ossidiane dell’architetto Kabage Karanja. Con quest’opera, la prima keniota a partecipare alla Biennale, debutta nel padiglione centrale a Venezia anche Cave Bureau, uno studio di architetti che si propongono di valorizzare gli spazi architettonici della schiavitù africana come musei storici accessibili al pubblico e come spunti di riflessione sull’evoluzione della società umana.

L’architetto Karanja ebbe la sua prima esperienza nelle grotte da adolescente quando, come membro del club di mentoring giovanile Hodari Boys, si accampò nelle Grotte di Suswa, a nord-ovest di Nairobi, in Kenya. “Ricordo di essermi svegliato nel mezzo della notte – racconta – e di aver visto un guerriero Masai lì in piedi, che ci guardava dormire.” Karanja era inoltre affascinato dall’idea che i primi approcci dell’uomo all’architettura fossero avvenuti proprio all’interno delle grotte; da qui, deriva il nome dello studio di architetti che hanno fondato Karanja e i suoi soci, Cave Bureau.

Il montaggio delle 1686 pietre di ossidiana su un totale di 9 km di cordini d’acciaio è stato eseguito completamente dalla ditta HOLZSNC, supportata dal progetto di ingegnerizzazione del team guidato dall’ingegnere Franco Piva dello studio Ergodomus di Pergine Valsugana e con il materiale fornito dalla ditta Bozza Legnami di Vigonza.

Le oltre milleseicento pietre di ossidiana, raccolte a Gilgil, in Kenya, sono state calate ad altezze precise da una struttura in legno e rete per replicare una sezione del tetto delle grotte Mbai, alla periferia di Nairobi, città natale di Karanja. All’interno dell’installazione, i visitatori possono riposare sui tronchi di un albero di cedro africano, anch’esso portato dal Kenya.

La Biennale di Architettura 2021 ha preso il via il 22 maggio scorso e terminerà il 21 novembre.

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