Per comprendere la musica degli Einstürzende Neubauten bisogna partire dal triangolo semiotico di Pierce che rimanda alla celebre teoria linguistica di De Saussure, sviluppandola.
Ai vertici abbiamo tre componenti: il significante, il significato ed il referente. Il primo è il mezzo utilizzato per definire un concetto, è la forma. Il secondo è il concetto intrinseco veicolato dal significante, inteso come idea mentale astratta; è il contenuto.
Il loro rapporto costituisce il “segno linguistico” di cui il referente è la realtà rappresentata.
Ad esempio il segno linguistico CASA è formato dall’unione del significante – le quattro lettere che costituiscono la parola CASA – col significato – il principio astratto non ancora concretizzato nella realtà che si trova congiungendo le suddette.
A questo punto possiamo arrivare al referente: CASA = oggetto composto da fondamenta, pareti, tetto ed adibito all’essere usato come luogo per vivere, abitare e così via.
Ecco perché la base del triangolo è tratteggiata: non è possibile arrivare al referente senza passare dal significato. Un segno linguistico deve essere completo di entrambe le componenti.
Tale premessa si è resa appunto necessaria per capire la musica del primo periodo, cioè quello più significativo, del gruppo dei “nuovi edifici che crollano”. La ragione sociale della compagine berlinese sottende un senso di fragilità. Il termine “Neubauten” in tedesco viene indicato per tutto ciò che è stato costruito dalla fine della seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Ma ha un’accezione spregiativa, riferendosi alle costruzioni moderne senza gusto e senza bellezza. Palazzi brutti, anonimi e senza capo né coda.
Il senso di alienazione post-industriale evocato dai Throbbing Gristle, qui si fa carne e sangue. I britannici erano i portavoce dei lati più oscuri della psiche umana mentre, nel caso in considerazione, viene tradotto in rumorismo musicale il senso di vuoto e di smarrimento dell’essere contemporaneo con un’estetica prettamente teutonica, estranea agli umori della triade inglese (T.G. appunto, Cabaret Voltaire e Clock Dva).
La musica degli E.N. ab ovo può essere associata al teatro espressionista: ricerca dello shock emozionale, non puramente visivo come negli impressionisti francesi ma psicologico; culto del primitivismo e della visione primigenia ed incorrotta dell’uomo (si provi a fare un parallelismo con le opere pittoriche del Die Brücke).
Tuttavia è ravvisabile anche una componente dadaista: l’utilizzo di materiali inopinati per suonare quali frese, trapani, martelli pneumatici, lamiere, pezzi di metallo e di plastica, rimanda all’ “antiarte” cioè la volontà di crearla utilizzandone mezzi non convenzionali alla stessa (pensiamo solo all’orinatoio di Duchamp). Si inizia da una “pars destruens”, dove l’artista né “demolisce” i canoni a cui seguirà la “pars construens” con la creazione di una forma nuova. Negli Einstürzende N. però non esiste l’alea, cioè l’elemento casuale proprio dei dadaisti, ma tutto è improntato alla progettualità.
Ritornando alla figura geometrica trattata ab origine, la band parte dal significante, performando con gli strumenti inconsueti per addivenire alla rappresentazione scenica dell’idea, del significato astratto sotteso; si esterna il referente-realtà.
I nostri vogliono esprimere il grigiore del vivere moderno tipico delle metropoli occidentali (ricordiamoci che qui siamo ancora nella cupa Berlino divisa dal muro, quella di Christiane F. per intenderci), l’alienazione e la destrutturazione dell’uomo a numero, nel suo trasformarsi in una rotella di un ingranaggio senza possibilità di uscita.
Questo stile di vita è però destinato a crollare, nel senso che i falsi miti e le ingannevoli certezze derivanti dall’illusione positivista e dal culto del progresso, alla fine restano un guscio vuoto, una maschera di cera sulle nostre esistenze che inevitabilmente si scioglierà.
Marco Fanciulli per Frequencies
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