Ha fatto molto discutere la notizia della scoperta di possibili evidenze di forme di vita su Marte: l’articolo, pubblicato su una rivista scientifica, parla di prove visive nelle immagini dei rover Opportunity e Curiosity in cui si vedrebbero, addirittura, dei funghi!
Capite bene che una notizia così sarebbe di epocale importanza, ma, come diceva qualcuno più importante di noi, affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. E non sembra essere questo il caso.
I dettagli. Analizzando alcune immagini dei rover e della fotocamera ad alta risoluzione HiRISE della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, sono state notate alcune formazioni sferoidali come quelle in foto. Molte di queste sfere, distrutte dalle ruote dei rover, sembravano addirittura ricomparire quasi come se fossero ricresciute e aumentate di dimensioni subito dopo il passaggio delle ruote. Alcuni scienziati hanno associato la presenza di queste sfere a funghi simili presenti sulla Terra, potenzialmente in grado di resistere alla mancanza di acqua, al freddo marziano e soprattutto alle violentissime radiazioni a cui è sottoposta la superficie di un pianeta privo di campo magnetico e con una atmosfera estremamente rarefatta. Non solo, ma sono arrivati a dire anche che esemplari neri simili a funghi-batteri sembrano essere apparsi in cima ai rover.
Le prove, come detto, sono esclusivamente visive, infatti anche loro non escludono la natura geologica di simili formazioni.
La comunità scientifica ha accolto con grosso scetticismo e molte critiche. In effetti, manca una qualsivoglia analisi chimica o spettrale, quante cose dovrebbero popolare Marte se ci fossimo basati solo su prove visive delle foto dei rover? Anzi, gli scienziati hanno tantissimi dati che ci dicono cosa siano queste sfere: nient’altro che frammenti minuscoli di rocce e polvere marziana. Il semplice vento avrebbe scoperto nuove sferule dopo il passaggio delle ruote, quindi nessuna ricrescita.
Oltre al fatto che il primo autore dell’articolo scientifico non è nuovo a studi e conclusioni ambigue senza sufficienti prove a supporto.
Insomma, affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie. E decisamente non è questo il caso.
Matteo Miluzio per Chi ha paura del buio?
Credit foto: NASA
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