Covid: in Veneto maxi progetto per la riabilitazione dopo la fase acuta

Il Covid sta creando notevoli problemi di gestione della malattia non soltanto nella fase acuta, ma anche in quella che segue, tanto che già, nella letteratura scientifica, viene riscontrato che l’80% di tutti i pazienti positivizzati, di qualsiasi gravità, presenta, nel medio e lungo termine, almeno uno tra 55 diversi sintomi, segni e parametri clinici alterati che impattano sulla vita quotidiana. Si tratta, principalmente, di affaticamento (58%), cefalea (44%), disordini dell’attenzione (27%), dispnea da sforzo (24%). Il quadro è inoltre complicato da sintomi neuropsichiatrici/neuropsicologici che impattano sull’integrazione sociale, sul reinserimento lavorativo, sulla partecipazione a una vita attiva.

Si tratta, nel solo Veneto, di centinaia di migliaia di persone, alle quali la Regione assegna una particolare attenzione. Per questo, la Giunta regionale, su proposta dell’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin di concerto con l’Assessore al Turismo Federico Caner, ha approvato un modello organizzato per la presa in carico di questi malati post acuti, istituendo una specifica “Piattaforma per la presa in carico riabilitativa e per l’erogazione di interventi di Teleriabilitazione” e un Centro Regionale per le Tecnologie della Teleriabilitazione e il Termalismo (CERTTT), che sarà collocato presso l’Azienda Ospedaliera di Padova. In un prima fase, il modello sarà sperimentato nel contesto territoriale dell’Azienda Ospedaliera e dell’Ulss 6 Euganea, per poi essere esteso a tutto il Veneto.

Non lasciare mai sole le persone una volta uscite dall’ospedale – dice il Presidente Luca Zaia – è da sempre una delle priorità della sanità veneta. A maggior ragione lo è oggi, alla luce dell’evidenza scientifica che ci dice come i malati di Covid vadano incontro a sofferenze anche dopo essersi negativizzati. Ecco, quindi, una pianificazione a 360 gradi, con la quale vogliamo che la sanità sia vicinissima al cittadino anche quando si troverà a casa sua e avrà comunque bisogno di assistenza e riabilitazione. Una sanità che voglia dirsi d’eccellenza come quella veneta deve saper fare anche questo”.

Si tratta di una nuova organizzazione imponente – aggiunge l’Assessore Lanzarin – caratterizzata da una spiccata multidisciplinarietà e dal massimo utilizzo delle nuove tecnologie, dalla quale ci aspettiamo risultati importanti. La modalità di presa in carico riabilitativa in ambito extraospedaliero, permette infatti di attivare la continuità assistenziale anche in situazioni geografiche sfavorevoli, in un innovativo modello organizzativo che sviluppa pertanto il modello di presa in carico del paziente secondo il concetto di prossimità. La possibilità di erogare una terapia riabilitativa nel luogo idoneo più vicino possibile al paziente evidenzia l’Assessore –  richiede disponibilità di tecnologie che permettano, in relazione al caso trattato, la videoconferenza, la raccolta, trasmissione e registrazione di dati integrati, il telemonitoraggio, fino ad arrivare alla realtà virtuale, alla robotica controllata a distanza e sistemi per la terapia occupazionale”.

Verranno quindi organizzati e gestiti percorsi di riabilitazione prevalentemente extraospedaliera, utilizzando le più moderne tecnologie, e sfruttando anche la funzione del termalismo come branca della fisoterapia.

Nell’ambito della Telemedicina, con la Teleriabilitazione è possibile erogare prestazioni riabilitative, con differenti intensità e complessità, in ambienti facilmente accessibili al paziente ed ai professionisti sanitari. Per quanto riguarda i professionisti sanitari, in particolare, attraverso tale strumento, è possibile sviluppare gli aspetti multidisciplinari delle prestazioni ed è possibile una migliore adattamento alle differenti necessità del paziente con modelli organizzativi sanitari efficaci dal punto di vista clinico.

Tra gli ambiti specialistici in cui la Teleriabilitazione trova oggi applicazione vi sono la riabilitazione neuromotoria, la riabilitazione respiratoria, la riabilitazione cognitiva, la terapia occupazionale e vocazionale, la psicologia, il nursing infermieristico e l’integrazione sociale.

Per questo è nato il CERTTT, che avrà il compito di promuovere l’innovazione tecnologica in riabilitazione mediante l’utilizzo della telerariabilitazione e di tutte le nuove tecnologie connesse al suo sviluppo e funzionamento al fine di favorire l’accesso alla riabilitazione con maggiore efficacia ed efficienza e, tra l’altro, di:

• implementare e uniformare le tecnologie e i processi regionali di presa in carico riabilitativa dei pazienti affetti da patologie correlate al COVID-19;

• istituire una piattaforma telematica di Teleriabilitazione, con il supporto di Azienda Zero, conforme al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation), regolamentato dall’ Unione Europea, che integri e si interfacci alla rete di servizi a disposizione del cittadino e della sanità regionale per la presa in carico multidisciplinare dei pazienti;

• istituire percorsi extra-ospedalieri in strutture termali idonee ad erogare in fase post-critica un approccio alla riabilitazione di tipo multiorgano per la presa in carico riabilitativa personalizzata, nel rispetto della normativa nazionale e regionale in materia di autorizzazione all’esercizio delle attività sanitarie e riabilitative;

• promuovere la qualificazione sanitaria degli stabilimenti termali, i benefici delle cure termali e riabilitativi e l’integrazione degli stessi con le altre strutture sanitarie del territorio.

• elaborare le proposte di pacchetti di prestazioni riabilitative che saranno approvati con decreto del Direttore Generale dell’Area Sanità e Sociale;

• promuovere, in collaborazione con la Fondazione Scuola di Sanità pubblica, la formazione di tutti i soggetti interessati, ivi compresi i pazienti.

I benefici delle acque termali possono rappresentare un valido alleato nella fase riabilitativa – commenta l’assessore regionale al turismo Federico Caner – di qui anche la scelta di incentivare il loro utilizzo nella cura delle persone post Covid. Viene così dato un valido aiuto al benessere, che rappresenta anche una spinta al comparto turistico termale, tra i più colpiti dalla crisi”.

C. stampa Regione Veneto

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