Guardano ogni giorno l’estratto conto bancario, senza trovare gli importi tanto attesi. Sono delusi ed arrabbiati i ristoratori vicentini che hanno fatto domanda del Fondo Filiera Ristorazione, un bonus istituito ad agosto del 2020 (e operativo da ottobre) per sostenere quelle realtà che avevano fatto acquisti di materie prime sulla filiera agricola italiana, attraverso un rimborso delle spese sostenute. A tre mesi dall’ultima data utile per presentare le istanze (il 15 dicembre 2020) buona parte di loro non ha visto un euro e nel frattempo queste attività hanno subito la chiusura a Natale, poi la riapertura per qualche settimana e quindi, almeno in Veneto, la chiusura per la zona arancione prima e rossa poi.
“Sono risorse attese da centinaia di imprese vicentine e che risultano vitali – spiega Gianluca Baratto, presidente della Fipe-Confcommercio di Vicenza –. Finora gli importi sono arrivati solo ad alcune delle attività che avevano presentato domanda in modalità telematica. Chi, invece, ha utilizzato il canale dello Sportello fisico di Poste Italiane, non solo non ha visto gli importi, ma nemmeno sa quando arriveranno. E a qualcuno il portale dà anche il segnale di “pratica respinta”, senza sapere il perché e senza trovare qualcuno in grado di dare risposte”. Secondo una stima sarebbero almeno 500 le imprese vicentine del settore che hanno sfruttato questa opportunità, “ma dopo un’estenuante corsa a predisporre la documentazione, attendere mesi per gli importi sa proprio da beffa”, incalza il presidente di Fipe Confcommercio Vicenza.
Notizie ufficiali sui tempi di erogazione degli importi alla totalità di coloro che avevano presentato domanda non ce ne sono (ad oggi, come si diceva, solo una parte di chi ha fatto istanza in via telematica li ha ricevuti) e i solleciti inviati al Ministero dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi non si contano: in ballo ci sono oltre 350 milioni di euro (ma il fondo ammonta a 600 milioni), che stanno però uscendo dalle casse dello Stato col “contagocce”, pur dovendo ristorare una delle categorie più colpite dall’emergenza Covid “e che dunque – sottolinea il presidente Baratto – dovrebbe essere in cima alla lista delle priorità quando si tratta di erogare aiuti. Invece, qui va tutto al rallentatore”. Sembra che il problema riguardi i vari passaggi burocratici in capo a Poste Italiane, cui il ministero delle Politiche Agricole ha affidato l’acquisizione delle domande, i controlli di ammissibilità nonché l’erogazione dei pagamenti dei contributi. Insomma, i soldi ci sono, le domande pure (circa 46 mila in tutta Italia) ma la burocrazia rallenta tutto. E intanto i ristoratori, ai quali le norme dell’emergenza Covid consentono solo di lavorare per asporto e delivery, con fatturati che sono crollati a picco, attendono. “Ogni sostegno è vitale per il settore – conclude Gianluca Baratto -, chi ha responsabilità si attivi, prima che per tante imprese sia troppo tardi”.
Comunicato stampa Confcommercio Vicenza
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