Sanità da far west: niente pediatria ad Asiago dopo le 13

Bambini ricoverati in pianura e famiglie lontane: le Pance dell'Altopiano si fanno sentire ancora

Ospedale di Asiago

Torna alta l’attenzione sul reparto di pediatria dell’ospedale di Asiago, ancora sguarnito di un servizio di assistenza continua a distanza di mesi dall’inaugurazione della nuova struttura.

A riportare in luce questa carenza e la necessità essenziale di un intervento tempestivo nelle eventualità più gravi, due incidenti domestici avvenuti nelle ultime settimane, per fortuna entrambe disavventure a lieto fine: nel primo caso, una bambina di soli nove mesi caduta dalle scale. Era invece martedì pomeriggio quando un bambino di un anno e mezzo è caduto mentre giocava sul tavolo di casa sorvegliato dalla mamma. Dopo una prima analisi delle condizioni del piccolo, la decisione dei genitori di portarlo in ospedale per un controllo. Al pronto soccorso, racconta la mamma, un medico l’ha visitato e, pur non riscontrando problemi particolari, ha consigliato l’accertamento da parte di un pediatra e una notte sotto osservazione. A quel punto, nonostante le condizioni delle strade a causa della nevicata in corso, la famiglia si è dovuta trasferire al San Bassiano per far ricoverare il bambino, in quanto ad Asiago non esiste un servizio di pediatria, se non dalle 7 alle 13.

“Niente da dire sul reparto di pediatria dell’ospedale di Bassano, dove tutto è stupendo – dicono le Pance dell’Altopianoma per quale motivo dobbiamo essere costretti a recarci in pianura, quando le schede di dotazione ospedaliera regionale prevedono due posti letto per l’osservazione? Perché quei posti letto non ci sono? E come mai non c’è più il servizio di pediatria h24 che ci veniva garantito anche prima della pandemia?”, si chiedono.

Sono sempre più indignate le mamme altopianesi, illuse dalle promesse dispensate dalla dirigenza dell’Ulss 7 in occasione dell’inaugurazione del nuovo ospedale di Asiago a luglio dello scorso anno, costrette ad affrontare notevoli disagi, specie chi si deve dividere tra l’assistenza del bambino ricoverato e la gestione di altri figli a casa: “Non parliamo di tutti i casi che capitano, ma quando succede qualcosa di grave come a questi due bambini bisogna farlo presente – spiega Ivana Baù, portavoce delle Pance – Alle promesse di luglio non è stato dato seguito, il colloquio con l’assessore Lanzarin avvenuto a dicembre non ha portato a nessun risultato perché c’era un’impennata dei contagi da Covid-19. Oggi che la pandemia è sotto controllo, però, nessuno parla più di noi”.

Un problema, quello dell’assenza della continuità assistenziale in ambito pediatrico, ormai ben noto ma che sembra non trovare soluzione a causa della carenza di personale disponibile a trasferirsi ad Asiago. E qualche mamma fa notare l’evidente contraddizione: “Quando si tratta di trovare pediatri che vengano a lavorare qui da noi, siamo logisticamente lontani. Quando invece una mamma deve partorire o portare il proprio bimbo negli altri ospedali perché il pediatra non c’è, non siamo più così lontani”.

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