L’aveva già anticipato qualche tempo fa Emanuele Munari: le nove malghe situate nel territorio di Gallio verranno date in concessione con criteri del tutto nuovi.
L’amministrazione comunale ha varato infatti la riforma che andrà a premiare i giovani allevatori del paese, dando spazio all’innovazione. Si rompe così la tradizione della concessione degli alpeggi che prevedeva il diritto di prelazione da parte del conduttore che aveva precedentemente ottenuto l’assegnazione della malga; con quel sistema, anche a fronte di un’offerta economica più vantaggiosa il conduttore uscente poteva mantenere l’uso della struttura corrispondendo la differenza che separava l’offerta migliore dalla sua.
Una delle novità riguarda le tempistiche: la concessione, tipicamente della durata di 6 anni, d’ora in avanti potrà essere prorogata fino a 10 o 12 anni, a fronte di determinate condizioni d’utilizzo.
Immediato il plauso della Confederazione italiana agricoltori e di Coldiretti, che hanno definito l’iniziativa un cambiamento epocale.
Anche dall’assessore regionale Elena Donazzan sono arrivati i complimenti: “L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Emanuele Munari ha scelto di premiare in primis i giovani allevatori del paese e a seguire i giovani agricoltori veneti. Incentivare l’amore per la malga, parte della storia e dell’identità di questo territorio, per promuovere buona occupazione e turismo sostenibile: complimenti per questa scelta coraggiosa e lungimirante.”
“L’obiettivo era favorire i giovani imprenditori agricoli titolari del diritto di uso civico, ossia i residenti discendenti da un genitore iscritto all’anagrafe comunale nel censimento del 1951 o antecedente ad esso – spiega il sindaco – Se un coltivatore con queste caratteristiche esprime interesse per una malga, l’asta viene sospesa e la malga concessa applicando il canone a base d’asta. In seconda battuta, la precedenza spetta ai giovani agricoltori veneti, seppure non cives, con la medesima procedura. Qualora restino malghe da assegnare, si procede con il metodo tradizionale che prevede il diritto di prelazione e la concessione al miglior offerente.”
L’amministrazione comunale ha dovuto compiere un lungo e complicato lavoro di ricalcolo delle superfici di pascolo delle malghe, mutate sia per l’avanzamento del bosco sia in seguito a Vaia. Sono state poi scomputate dal calcolo tutte quelle aree che negli anni sono state trasformate in sentieri, aree di sosta o attrezzate, oltre ai capanni per l’attività venatoria, i rifugi e le baite, le pertinenze di fabbricati comunali ed eventuali altre aree di cui il Comune potrebbe far uso per realizzare opere pubbliche, andando così a rivalutare la capacità di carico di ciascun alpeggio.
“La nostra scelta è stata dettata dalla necessità di promuovere un tipo di ruralità nuovo, assicurando un futuro alle malghe che altrimenti rischierebbero di essere abbandonate, qualora dovessero cessare i contributi compensativi regionali per l’alpeggio – prosegue Munari – Incentivando la passione per l’attività nelle malghe, sottolineando l’importanza di essere nell’identità comunitaria dell’altopiano, si potrà invece garantire la loro sopravvivenza, anche incoraggiando l’avvio di fattorie didattiche, agriturismo o la vendita in loco di prodotti caseari. Se il malghese attiverà una di queste opzioni supplementari, ecco che la concessione avrà una durata di 10 o 12 anni.”
La novità arriva proprio agli sgoccioli della concessione di tutte le nove malghe del comune di Gallio, che saranno nuovamente battute all’asta a metà marzo. La scadenza della presentazione delle domande di partecipazione è il 1° marzo.
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