A Cortina oggi si respirava aria di prestigio con la discesa libera, la gara più importante dei Mondiali sulla stessa pista inedita finita al centro di pesanti critiche venerdì per via della tracciatura “da gigante” (parole di Beat Feuz), la Vertigine, resa un po’ più sciabile grazie ai ritocchini apportati sabato: disegno allargato, porte leggermente (anche di qualche metro) raddrizzate… Modifiche che rianimano le aspettative per quanto riguarda gli italiani e raccontano di un Paris nettamente favorito, miglior tempo nelle prove, seguito dagli austriaci Max Franz e Matthias Mayer e dal tedesco Jared Baumann. L’Italia insegue la vittoria ai Mondiali dall’edizione di Aspen 1950, quando fu Zeno Colò a tingere d’oro la nazionale azzurra. L’ultima delle altre nove medaglie ottenute dall’Italia nella discesa maschile è stata ottenuta proprio da Dominik Paris otto anni fa: si tratta dell’argento di Schladming 2013.
Ancora delusioni per gli azzurri invece: il podio alla fine è di Austria, Germania e Svizzera.
Apre la gara Vincent Kriechmayr, col pettorale numero 1, che termina in 1’37″79. Sul Salto Vertigine si salta più che nelle prove e il suo tempo è di quasi due secondi migliore di quello di Paris di ieri.
Segue il tedesco Andreas Sander, che si aggiudica l’argento per un solo centesimo (il distacco più corto mai registrato in una discesa Mondiale) e consegna a Berlino la prima medaglia mondiale in discesa dopo il bronzo di Florian Sckert nel 2001.
Scende col pettorale numero 3 Dominik Paris, ma è lungo di linea e perde velocità prima del Vertigine. Non riesce poi a recuperare nel finale e chiude a 65/100 da Kriechmayr, guadagnandosi la quarta posizione. “Ho sbagliato al momento sbagliato. Quando si va al limite, capita”, è il commento di Domme.
Mayer, uno degli austriaci favoriti, parte molto bene e sbaglia prima del salto Vertigine, mancando poi una porta. È fuori.
Beat Feuz, lo svizzero superfavorito, scalza il suo amico Paris dal terzo posto conquistandosi il bronzo, chiudendo solo a 18 centesimi da Kriechmayr per via di alcune difficoltà nei curvoni.
Compie un miracolo della fisica il francese Maxence Muzaton salvandosi incredibilmente dopo un volo a 360°: atterra sugli sci nonostante le ginocchia doloranti e riesce a non cadere.
Niente da fare anche per Franz, uno dei più veloci in prova, che arriva lungo di linea, perde velocità e finisce lontanissimo. Sul traguardo è già sesto a 1″25.
E nemmeno Baumann chiude una buona prestazione: la scelta di linea dopo la Vertigine non porta i risultati sperati, chiude a 1″30. Dopo il traguardo cade e si infila nelle protezioni. Gara momentaneamente interrotta.
Christof Innerhofer chiude la prova sesto, dopo essere rimasto in corsa per il podio fino a metà gara. Su una neve più ghiacciata ha finalmente ritrovato le sensazioni giuste dopo due prove decisamente deludenti.
Ancora niente per Matteo Marsaglia: nei curvoni sotto al salto Vertigine accumula troppo ritardo e sul traguardo arriva a 2″39 dal vincitore. 24esima posizione per lui.
L’ultimo azzurro in gara, l’esordiente Florian Schieder, finisce fuori dopo metà gara. Soccorsi in pista per lui, le prime voci parlano di una lesione al crociato del ginocchio sinistro. Stagione conclusa per il giovane atleta italiano.
Se Marsaglia è giustamente scontento della prestazione, anche Innerhofer si deve accontentare di una mezza soddisfazione e commenta: “Purtroppo non abbiamo preso medaglia, la velocità non ha ricambio generazionale. Siamo sempre noi, pochi i giovani che purtroppo si sono spesso infortunati. Sia chiaro: mi vedrete ancora per molti anni”. Già domani, per la combinata.
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