A volte “usiamo” la montagna come se fosse a nostra disposizione, godendo di quello che consideriamo un diritto acquisito in virtù dell’amore che professiamo in realtà solo a parole.
L’amore però, quello vero, comporta necessariamente anche un profondo rispetto.
Non aver potuto frequentare come d’abitudine le nostre montagne, i sentieri preferiti, le piste per praticare gli sport estivi e invernali per molti mesi avrebbe dovuto farci riflettere, imporci l’adozione di un comportamento differente, sicuramente migliore, ma i buoni propositi si sa che spesso esistono solo nella teoria.
È di ieri l’ultimo episodio che ha fatto scaturire queste riflessioni all’interno della comunità altopianese, quando sul percorso ciclopedonale che da Gallio porta al Monte Longara un automobilista gagliardo è rimasto impantanato nella neve, ignorando i cartelli di divieto.
Subito il vicesindaco di Gallio Denis Lunardi ha giustamente sbottato in un post su Facebook, apostrofando l’avventuriere e portando all’attenzione degli utenti l’importante lavoro dei volontari che si prodigano per manutenere il tracciato.
Nella fattispecie si parla del percorso ciclopedonale che da Gallio sale al Monte Longara per poi tornare a Gallio: un anello di 18 km che d’estate viene gestito dall’Ufficio Turismo del Comune di Gallio e d’inverno, data soprattutto quest’anno la grande affluenza di appassionati delle ciaspole, viene resa accessibile al pubblico e ai mezzi di soccorso dai volontari della Pro Loco, supportati dal Comune.
Oltre all’installazione della cartellonistica invernale per indicare il percorso, il chilometraggio e i divieti, i volontari hanno provveduto anche a liberare la strada dagli alberi caduti con un mezzo meccanico.
Il tracciato, dove è vietato sciare per questioni normative, ben si presta a camminate, ciaspolate, nordic walking, ma essendo ben battuto e grazie al gradevole dislivello è adeguato anche per le fat bike e lo sleddog.
“I volontari si prodigano per mantenerlo ed è corretto che chi vi accede porti rispetto – ha commentato Lunardi – il che vuol dire non andare con le auto laddove è vietato, anche per motivi di sicurezza.”
L’ingresso al percorso e ai parcheggi, che si trovano interamente nel territorio comunale di Gallio, è completamente gratuito, nonostante il puntuale servizio svolto dai volontari.
Quella della Fiat impantanata è stata definita alla fine una “bravata”, forse per non infierire su ciò che possiamo interpretare (un po’ forzatamente) come un errore, tuttavia esistono anche altre tematiche che preoccupano l’amministrazione comunale, spiega il vicesindaco: “Ci sono due problemi che abbiamo riscontrato. Il primo è che chi va a camminare con i cani non raccoglie gli escrementi degli amici a quattro zampe e questo non è solo antiestetico, ma rappresenta anche un fastidio per chi cammina o proviamo a immaginare quanto lo è per un genitore che porta il bambino magari sullo slittino. Questo lo notiamo soprattutto nel primo tratto del percorso, tenendo conto anche del fatto che sulla neve la grande quantità di escrementi risalta ancora di più. Il secondo invece si verifica più avanti, più o meno dopo cinque chilometri dall’inizio del tracciato, dove si trovano disseminate cartacce e lattine gettate da chi si è ricaricato con uno spuntino. La spazzatura che si produce va portata con sé, non abbandonata per strada.”
Un atto di inciviltà, quello dei proprietari di cani che non raccolgono gli escrementi, che è stato più volte sollevato nell’ultimo periodo da parte di più voci, tra le quali quelle del sindaco Munari per quanto riguarda il Sentiero della Pace e del sindaco Corradin che ha dovuto invitare a non lasciare lo sporco nelle vie del centro del paese.
“Voglio rivolgere un ringraziamento ai volontari, alla Pro Loco e all’Ufficio Turismo che hanno seguito la realizzazione della cartellonistica, la grafica, la manetunzione e tutto ciò che è stato necessario”, ha concluso Denis Lunardi.
La speranza è sempre che chi frequenta la montagna lo faccia con intelligenza e sensibilità, pensando anche a chi percorrerà lo stesso itinerario dopo di lui.
Credit: foto di Denis Lunardi
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