Quando per i nazisti l’arte era “degenerata”

Il 19 luglio 1937 a  Monaco di Baviera, si apre presso l’Istituto di Archeologia dell’Hofgarten, una mostra destinata a restare in negativo, nella storia dell’arte. L’esposizione che ha come titolo Entartete Kunst, in italiano “Arte degenerata”, è curata da Adolf Ziegler mediocre pittore a cui il regime nazista ha affidato la guida della Camera del Reich per le Arti Visive ente, nato con lo scopo di promuovere “l’arte conforme” tedesca e di far sparire dalla circolazione tutte le opere che in qualche modo non rispettavano i “principi” e l’estetica imposta dal nazismo.

Correnti come Dadaismo, Impressionismo, Cubismo, Surrealismo e persino Espressionismo vengono messe letteralmente al bando.

Dopo aver letteralmente saccheggiato interi musei che espongono queste opere non gradite al regime, i funzionari della Camera del Reich per le Arti Visive ne raccolgono 650, destinate alla distruzione. Prima di procedere all’eliminazione decidono di organizzare Arte degenerata, mostra itinerante che ha lo scopo di far vedere al popolo del Reich cosa deve disprezzare.

L’esposizione viene inaugurata a Monaco da Joseph Goebbels in persona; per far sì che venga visitata dal maggior numero di persone possibile per l’ingresso non è richiesto il pagamento di alcun biglietto.

Joseph Goebbels all’inaugurazione della mostra

Tra le 650 opere esposte troviamo produzioni di Vincent van Gogh, Marc Chagall, Otto Dix, Paul Klee, Piet Mondrian, Wassily Kandinsky, Max Ernst, Oskar Kokoschka.

Diversi artisti tra quelli presenti con i propri lavori alla mostra vengono esiliati, mentre quelli di origine ebraica che, non riescono a fuggire in tempo dalla Germania perdono la vita nell’olocausto.

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