Leonardo Frigo, il tatuatore di violini

Leonardo Frigo all'opera

Originario di Asiago, classe ’93, dopo la laurea in restauro allo IUAV di Venezia si traferisce a Londra. Leonardo Frigo porta con sé due violini e una grande passione per la musica e la letteratura, dando vita ad un ambizioso progetto che ha come soggetto l’Inferno di Dante Alighieri dipinto a mano su 33 violini e un violoncello. Alle spalle, Leonardo ha un lavoro di ricerca durato dieci anni e avviato in concomitanza con il progetto dedicato ai sette vizi capitali, per disegnare i quali ha consultato la Divina Commedia.
Tutti i suoi violini si ispirano a una storia o ad una biografia che questo giovane artista legge e poi trasferisce sugli strumenti immaginando che essi possano poi essere letti come un libro.

Come nasce un violino di Leonardo

Proprio come un tatuaggio racconta qualcosa di chi lo “indossa”, i violini di Leonardo narrano storie con i simboli, scene e personaggi chiave che vi disegna a mano. Ogni strumento richiede tra le 150 e le 200 ore di lavoro, circa quattro settimane tra lo studio del soggetto e la sua realizzazione pratica: “Una volta eseguita una ricerca dal punto di vista dell’iconografia storica inizio a disegnare, prima su carta, poi sul violino a matita e in un secondo momento con la china”, racconta. Quando il lavoro è completato, come ogni buon prodotto artigianale e come la sua nonna artista gli ha insegnato, Leonardo lascia il violino a decantare nella custodia per qualche giorno, poi lo riprende in mano, lo osserva ed esprime il suo giudizio. Lo strumento viene infine verniciato, installato sulla propria base e corredato da una didascalia in lingua italiana e inglese che ne mette in luce e analizza tutti i particolari.

La mostra su Dante a Londra

Oggi, dopo cinque anni, Leonardo è riuscito a raggiungere il suo obiettivo, che prevedeva la conclusione dell’opera entro il 2021, a 7 secoli esatti dalla morte di Dante. “Lo scopo principale della mia opera è promuovere e condividere la cultura italiana nel mondo. L’Inferno di Dante mi ha sempre ispirato fin da bambino, probabilmente posso dire che mi ha insegnato ad immaginare e sognare”, spiega l’artista che, in passato, ha realizzato anche dei violini dedicati a Pompei e Vivaldi.

L’opera, mostrata in anteprima al museo Royal Institution of Great Britain, ad Harrods e all’evento Bond Street Awards a Londra, rappresenta un canto dipinto su ognuno dei 34 strumenti musicali esposti.

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